PRATICHE MAGICHE

Tecniche terapeutiche per scongiurare un male già contratto

Per bloccare l’emorragia

La pratica è un misto di cura terapeutica e di operazione magica. Si applicava sulla ferita la polvere dei fiori secchi di platano; oppure si stendeva sul taglio un pezzo di corteccia di olmo, ovvero si lavava la ferita con un infuso di ortica, mentre si diceva:

Urdìca, urdìca pungente,
stagna lu sangu ca me èsse.

(Ortica, ortica che pungi, tampona il sangue che mi cola). Nel tentativo di cicatrizzare una ferita indubbiamente l’elemento terapeutico prevale sul componente magico. Quando da piccoli ci procuravamo un taglio che sanguinava, per frenare l’emorragia cercavamo una ragnatela o tra gli intersizii di un muro o su un cespuglio di rovi, la raccoglievamo arrotolandola attorno a un rametto e poi la stendevamo sulla ferita. Oltre alla virtù cicatrizzante si credeva che la ragnatela avesse anche l’efficacia di un antisettico. Per disinfettare una ferita, che di solito ci si procurava da ragazzi in strada e da adulti durante i lavori nei campi, si credeva che bisognava orinarci sopra.