PATRIMONIO NON CANTATO

Proverbi e detti

Nella sistemazione dei proverbi in dialetto di Bagnoli ho tenuto presente lo schema dell’Atlante Paremiologico Italiano (A. P. I.), che prevede dodici capitoli. Ho modificato in parte lo schema di catalogazione, riducendo i paragrafi e aggiungendo un capitolo, il tredicesimo. Il capitolo aggiunto contiene il materiale rimasto fuori dal suddetto Atlante, e cioè: le espressioni augurali, le formule propiziatorie, le locuzioni deprecative ecc.
La ricerca dei detti proverbiali è stata effettuata con un paziente lavoro di anni, che approssimativamente può essere racchiuso nell’arco di un trentennio, dal 1975 (quando l’uso dei proverbi e dei detti popolari nella nostra comunità era ancora vivo), fino al 2005 (con interviste a vari portatori della tradizione orale, tutti rigorosamente nati e vissuti a Bagnoli. 
Le fonti sono volutamente di varia cultura (i più hanno frequentato due o tre anni delle elementari; alcuni sono in possesso della licenza elementare; pochi hanno conseguito il diploma di scuola media inferiore) e dei mestieri più disparati (le donne per lo più casalinghe; i maschi: contadini, pastori, artigiani, operai, commercianti…). 
Numeroso il materiale paremiologico reperito tramite registrazioni sul campo. Il registratore ha consentito di cogliere ogni sfumatura della parlata bagnolese, sicché la trascrizione risulta quanto mai fedele sia nel contenuto sia nella forma linguistica.
Ho ritenuto utili riportare anche le varianti dei proverbi, soprattutto quando esse per gli elementi di novità contenuti danno nuova luce all’assunto.
Quanto al criterio di sistemazione, per numerosi proverbi, formule, detti mi sono trovato di fronte a varie possibilità di aggregazioni, perché contengono elementi che suggeriscono non una ma diverse collocazioni. In tali casi ho prediletto l’elemento più concreto o più determinante. Per esempio il detto: Mett’a ddorme lu criaturu (Mettere a nanna il piccolo; ma pure, tacitare una questione) potrebbe essere collocato sia alla voce bambino, sia alla voce diverbio. 
Ai proverbi sono stati aggiunti i detti popolari, che hanno il carattere di sentenza, cioè portatori di un intento didattico. I detti popolari che gli studiosi chiamano “aforismi proverbiali” attengono al mondo del lavoro della nostra comunità (agricoltura, pastorizia, artigianato, commercio), alle credenze e alle superstizioni, al mutamento del tempo, alle condizioni di salute.
Ho ritenuto opportuno, ma solo a titolo di esempio, inserire anche qualche blasone popolare, come questo riferito ai montellesi:
E’ mmegliu ncasa nu muortu,
ca nu muntuddésu int’a l’uortu!

(E’ preferibile avere in casa un morto che un montellese nell’orto).

Aniello Russo

Indice degli argomenti

  1. L’uomo
  2. Il pensiero e l’azione
  3. L’uomo morale
  4. L’amore e la famiglia
  5. La casa – Vivande e vestiario
  6. L’uomo sociale
  7. Il possesso – I mestieri
  8. La terra e i suoi prodotti
  9. Gli animali – L’allevamento
  10. Il calendario
  11. Il tempo e lo spazio – La natura e i suoi fenomeni
  12. Il soprannaturale
  13. Locuzioni dialettali